Bambine a Wau |
E’ una domenica
come un’altra a Wau, il cielo, grigio, uniforme e muto, gli uccelli nascosti
fra le fronde del mango in giardino contribuiscono alla canzone di questo pigro
pomeriggio. Sono a casa, in salotto, solo, una domenica di riposo dopo una
settimana intensa di riunioni, tante ore al computer, arrabbiature ma anche
qualche piccola soddisfazione. Fuori scorre il mondo, fuori vivono i sud
sudanesi, dal Family Hotel arriva il suono ritmato ed allegro di una canzone di
musica congolese, dalla strada, l’unica strada asfaltata di Wau, lontana 50
metri, giungono i rombi delle motorette cinesi, di grossi camon vuoti e traballanti ma anche dei fuoristrada bianchi
delle ong. I vicini di casa accendono il generatore, ritmo delle nostre
giornate e tormento delle afose notti sud sudanesi, accesi fino a mezzanotte-l’una,
rendono l’addormentarsi una vera sfida, a meno che non si sia notevolmente
stanchi e con qualche ora di sonno arretrato. Il cielo grigio racchiude la
pioggia che verra’, ormai da qualche mese e’ iniziata la stagione delle piogge,
il tempo si fa piu fresco ma anche piu umido, non piove molto, in media una
volta ogni 2-3 giorni, a Wau la vita scorre regolare. Un calma piatta ma
sospetta di un paese eternamente in bilico fra la pace e la follia, fra la
speranza di iniziare un percorso nuovo e i crudi fantasmi della violenza piu’
crudele e spietata. Il paese piu’giovane al mondo, un paese che si avvia verso
il suo terzo compleanno, un compleanno amaro, teso e che lascia col fiato
sospeso. Un quarto del paese e’ in mano a forze non governative, principalmente
a base etnica Nuer, nemici storici dei Dinka, il gruppo etnico politicamente
piu’ forte e potente. Negli ultimi mesi sono successi fatti di una violenza
inenarrabile, il paese, ancora una volta e’stato scosso nel profondo, un paese,
fragile, in bilico fra una stabilita’ precaria e il collasso totale, l’implosione,
il tutti contro tutti ( e si salvi chi puo’). Proprio questa settimana, il Sud
Sudan e’ stato definito dall’organizzaione americana Fund for Peace (Fondo per
la Pace) come “il piu’ fragile paese al mondo”, scalzando la Somalia dal primo
posto dopo ben 5 anni. Per quanto queste statistiche possano sempre essere discutibili
e criticabili, come e’ stato fatto da alcuni promimenti leader politici, il
dato fa riflettere e bisogna dire che da qua la fragilita’si nota nella vita di
tutti i giorni. La fragilita’ del Sud Sudan e’stata inoltre confermata anche
dal recente nuovo mandato della missione di pace delle Nazioni Unite in Sud
Sudan (UNMISS). Il numero di soldati e’ stato aumentato a 12,500 (erano 7,000
nel 2011) il numero di poliziotti a 1,323 (erano 900 nel 2011) e il mandato
sottolinea l’importanza della missione di pace nel proteggere i civili dalle
parti in conflitto (oltre 100,000 persone sono ospitate all’interno delle basi
militari UNMISS per motivi di protezione), monitorare infrazioni ai diritti
umani e creare le condizioni necessarie allo svolgimento delle operazioni
umanitarie. Mentre ad Addis Abeba i leader delle 2 principali fazioni in
conflitto, provano a trovare un accordo politico per formare un governo ad
interim e rivedere l’assetto del paese, in tutto il Sud Sudan, circa 4 milioni
di persone sono a rischio di carestia, quasi la meta’ del paese. Questa settimana
nello Stato di Unity sono stati segnalati i primi casi di morte per mancanza di
cibo, nella cittadina di Leer (Stato di Unity) un bambino su 10 e’ affetto da
malnutrizione acuta e severa che se non trattata tempestivamente conduce alla
morte.La malnutrizione nella popolazione generale raggiunge il 40%.
Un altro esempio
degli effetti piu’immediati di questa maledetta guerra si trova a pochi
chilometri da dove sono seduto. Da fine aprile, la parte meridionale della
contea di Wau “ospita” qualche migliaio di soldati Nuer, disertori sbandati
dall’esercito regolare per paura di rappresaglie da parte dei colleghi Dinka, vivono
accampati in aperta campagna senza cibo, soldi e supporto. Spesso questi
soldati visitano i villaggi circostanti e arraffano il possibile,a volte anche con la forza. Per liberarsi di
loro il governo ha mandato qualche centinaio di soldati che per scovare i
soldati disertori Nuer hanno pensato di minacciare, picchiare, terrorizzare e
violentare le popolazioni locali per ottenere informazioni che conducano alla
cattura dei soldati disertori. Il risulato e’ che oltre 7,000 persone hanno dovuto
lasciare le proprie case e i propri villaggi e sono fuggite in zone piu
tranquille. Scuole e ospedali sono al momento chiusi perche’ occupati da soldati
ed utilizzati come dormitori. Abbandonare le campagne in questo periodo
significa anche mettere a serio repentaglio il raccolto e di conseguenza
ritrovarsi senza cibo fra 2-3 mesi. Come al solito, quando gli elefanti
litigano, e’ l’erba a risentirne. L’erba e’ il popolo sud sudanese che ha
finora vissuto solamente fame, poverta’, guerra e violenza, una popolo che non
ha ancora vissuto i benefici del nuovo Stato, dell’indipendenza, ma che
piuttosto continua a subire le stesse soppraffazioni e abusi di sempre. Guardo
il verde giardino fuori dalla finestra, una farfalla vola fra le foglie, nella
luce calda e tiepida di questa serata africana, la musica continua a suonare
fuori, accompagnando le birre e le chiacchere di panciuti keniani che si godono
la loro domenica, i generatori continuano imperterriti a dare ritmo a questo
pigro pomeriggio di Luglio, una moto suona il clacson, un camion passa
prepotente, la vita continua, apparentemente tranquilla. Oggi non ha piovuto,
anzi qualche squarcio nel cielo ci regala un bel tramonto sopra Wau, questa
pigra e grigia domenica ci dona, all’imbrunire, qualche raggio di sole, qualche
raggio di speranza, qualche raggio di pace, il Sud Sudan ma soprattutto i sud
sudanesi, ne hanno bisogno, per poter costrire insieme il futuro che vogliono, speriamo
solo che non piova.
E ora Liniers: Forza Argentina!
"Il rigore che lascio' fuori il Messico."
"Oh..doh...muoio.."
"Mesi dopo, Leonardo Di Caprio perde di nuovo l'Oscar come miglior attore"
"E grazie all'Accedamia per questo prestigioso premio"
"Alla tua faccia, Leonardo!"
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