La pioggia, a sorpresa, batte sul tetto, il ventilatore e’ ancora attaccato
pero', questi giorni fa davvero caldo. All’aperto la brezza dell Oceano Indiano
aiuta e rende il pranzo comunitario in giardino un momento piacevole, due
chiacchere con Lalam, “come stanno a
casa, le mucche tutto bene, cresce il granoturco?” una battuta con Perfect:
“hai visto la partita ieri? Forte il
Milan eh? Ma contro il Barca... “ si scherza con Ema, “Mary come sta? CHADEMA che dice?”( partito politico d’opposizione dal
crescente appoggio popolare) “manca la corrente, governo ladro, manca l’acqua,
governo ladro, piove, governo ladro”, tutto il mondo e’ paese.
Ho iniziato il mio ultimo mese di lavoro a Bagamoyo e la citta’ ha assunto
tratti diversi, colori e suoni diversi. Tre anni e mezzo sono tanti, il posto
dove ho trascorso piu tempo dopo Canale, visto che comunque all’Universita’
facevo praticamente il pendolare settimanale. La mattina c’e’ la corsa, spesso
in spiaggia, con i pescatori, le mamme coi kanga, la puzza di pesce, e le barce
in lontananza. Il mare, lunatico, a volte calmo, placido, a volte irrequieto,
come una adolescente ribelle, a volte luccicante ai primi raggi del sole mattutino,
come una ventenne spensierata, a volte risentito e spento come impiegato pigro
il lunedi mattina. A volte la mattina, ci sono le foglie dell albero di papaya
che con il loro verde brillante fanno da schermo al sole che gia alle 7 e mezza
entra invadente in camera mia, come un ospite inatteso e maleducato. Nei
weekend c’e’ il Devon, gli amici da Dar, e alcune anime perse che senza un
motivo finiscono a Bagamoyo e ci rimangono o continuano a tornarci. A Bagamoyo
ci sono i concerti, un chipsy maiai, un salto al Corner bar, una moto-taxi e
via a ballare scalzi sotto alle stelle, liberi, squattrinati ma appassionati di
vita. Bagamoyo e’ anche uscire dal lavoro che e’ quasi sempre buio, siamo all’equatore
e alle 6.45-7 e’ spesso quasi notte, mancano le stagioni, stato di estate
perenne che influenza l’umore e lo spirito della gente. Bagamoyo e’ anche dover
accendere il generatore per lavorare o per avere un soffio d’aria, seppur
calda, arrivare a casa ed essere al buio due giorni di fila, magari senz’acqua,
governo ladro.
Ancora 2 mesi in Tanzania, non lo so se sono pochi o sono tanti ma saranno
straordinari...
Fra qualche settimana potro' seguire questo saggio consiglio di Liniers:
Enriqueta: "Il bello delle vacanze e' che non si deve fare niente". Fellini: " E si puo farlo per tutto il giorno"
Nessun commento:
Posta un commento