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martedì 17 luglio 2012

Porto Gallo



Non ho visto nemmeno un gallo in Portogallo, ma porti sì, I porti sono anche porte, porte verso altri mondi, l'Oceano, mezzo e teatro di secoli di esplorazioni, viaggi, scoperte ed incontri, tralasciamo per un momento le motivazioni poco nobili dei viaggi di esplorazione: il denaro, le ricchezze, la sete di appropriarsi di ricchezze altrui, con la solita “hybris” europea. Tralasciamo anche gli effetti più nefasti di questi viaggi di scoperta: il colonialismo, il commercio degli schiavi, l'azzeramento di strutture sociali, la cancellazione di culture millenarie, la distruzione dell'ambiente naturale, la spogliazione economica e la sostituzione di lingue, tradizioni e religioni locali, considerate inferiori, con lingue, tradizioni e religioni “d'importazione”.
I viaggi d'esplorazione, ma in fondo tutti I viaggi, sono sopratutto occasioni di incontro, scambio, dialogo.
Attraverso I viaggi la lingua portoghese si è arricchita e ha arricchito altre lingue, lasciando tracce in mezzo globo terrestre e inglobando nel proprio vocabolario termini esotici provenienti da terre lontane.
In Cina, i portoghesi hanno imparato come si chiama il the: cha e hanno contribuito portare questa parola in India. A loro volta I commercianti indiani l'hanno portato in Africa orientale dove in swahili il tè si chiama chai. In India I portoghesi hanno iniziato a mangiare dei triangolini di pasta ripieni di verdure, patate o carne tritata, chiamati “samosa” e tuttora presenti nei bar di Lisbona come stuzzichino, ma anche cucinati dalle venditrici di cibo di strada in Tanzania, dove hanno assunto il nome di “sambusa”.

In Tanzania il portoghese ha lasciato tracce linguistiche, come le parole tavola: “mesa” e vino: “vinho”entrambe legate al mangiare e alla convivialità. Questo non mi stupisce visto che I miei 5 giorni a Lisbona sono stati davvero ricchi di convivialità e scoperte gastronomiche. L'opinione, semplificata, generale e complessiva del Portogallo è stata eccellente. Ho riincontrato Chinis, peruviana, un'amica “a distanza” conosciuta a Parigi un giorno di Febbraio di 4 anni fa per caso in quanto entrambi invitati al compleanno di un amico comune. Ho incontrato amici nuovi e festeggiato per le strade di Lisbona addobbate e festa per celebrare il santo della città: s.Antonio, quello che noi chiamiamo S.Antonio da Padova, nato a Lisbona il 15 Agosto 1195 e morto, a 36 anni, a Padova il 13 Giugno 1231. In giugno le ripide, strette e colorate strade di Lisbona si riempieno di festoni, nastri colorati, bandiere, chioschi, banchetti e palchi per concerti che si sussegono per circa 3 settimane, ogni sera, e notte, centinaia di migliaia di giovani e meno giovani scendono in piazza a far festa, bere, ballare e godersi l'inizio dell'estate, nonostante la crisi e la difficile situazione economica del Portogallo ho potuto apprezzare tanta gioia, voglia di stare insieme, di accogliere e di conoscere nuova gente, ho parlato con decine di persone diverse, con alcuni mezzora, con alcuni solo uno scambio di battuta in una lingua che non esiste visto che mescolavo spagnolo, italiano e inglese per farmi capire e con I portoghesi di origine africana mi veniva spontaneo parlare swahili. Ho ballato con la gente più diversa e fatto brindisi con degli sconosciuti.
Il Portogallo, una breve ma intensa avventura, tante piccole scoperte e la voglia di ritornarci, la prossima volta con la persona che rende tutto più speciale...Daniela.
Rimane comunque un mistero, perchè questo paese si chiama Portogallo? La risposta forse nel prossimo viaggio...

E ora Liniers, speranza d'amore formato vignetta:
                                          "Non tocca mai a me..."                 "Ciao!"        "A tutti tocca..."


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