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martedì 3 aprile 2012

E cosi sono qui



La pioggia, a sorpresa, batte sul tetto, il ventilatore e’ ancora attaccato pero', questi giorni fa davvero caldo. All’aperto la brezza dell Oceano Indiano aiuta e rende il pranzo comunitario in giardino un momento piacevole, due chiacchere con Lalam, “come stanno a casa, le mucche tutto bene, cresce il granoturco?” una battuta con Perfect: “hai visto la partita ieri? Forte il Milan eh? Ma contro il Barca... “ si scherza con Ema, “Mary come sta? CHADEMA che dice?”( partito politico d’opposizione dal crescente appoggio popolare) “manca la corrente, governo ladro, manca l’acqua, governo ladro, piove, governo ladro”, tutto il mondo e’ paese.

Ho iniziato il mio ultimo mese di lavoro a Bagamoyo e la citta’ ha assunto tratti diversi, colori e suoni diversi. Tre anni e mezzo sono tanti, il posto dove ho trascorso piu tempo dopo Canale, visto che comunque all’Universita’ facevo praticamente il pendolare settimanale. La mattina c’e’ la corsa, spesso in spiaggia, con i pescatori, le mamme coi kanga, la puzza di pesce, e le barce in lontananza. Il mare, lunatico, a volte calmo, placido, a volte irrequieto, come una adolescente ribelle, a volte luccicante ai primi raggi del sole mattutino, come una ventenne spensierata, a volte risentito e spento come impiegato pigro il lunedi mattina. A volte la mattina, ci sono le foglie dell albero di papaya che con il loro verde brillante fanno da schermo al sole che gia alle 7 e mezza entra invadente in camera mia, come un ospite inatteso e maleducato. Nei weekend c’e’ il Devon, gli amici da Dar, e alcune anime perse che senza un motivo finiscono a Bagamoyo e ci rimangono o continuano a tornarci. A Bagamoyo ci sono i concerti, un chipsy maiai, un salto al Corner bar, una moto-taxi e via a ballare scalzi sotto alle stelle, liberi, squattrinati ma appassionati di vita. Bagamoyo e’ anche uscire dal lavoro che e’ quasi sempre buio, siamo all’equatore e alle 6.45-7 e’ spesso quasi notte, mancano le stagioni, stato di estate perenne che influenza l’umore e lo spirito della gente. Bagamoyo e’ anche dover accendere il generatore per lavorare o per avere un soffio d’aria, seppur calda, arrivare a casa ed essere al buio due giorni di fila, magari senz’acqua, governo ladro.

Ancora 2 mesi in Tanzania, non lo so se sono pochi o sono tanti ma saranno straordinari...

Fra qualche settimana potro' seguire questo saggio consiglio di Liniers:

Enriqueta: "Il bello delle vacanze e' che non si deve fare niente". Fellini: " E si puo farlo per tutto il giorno"